Il progetto si pone l’obiettivo di offrire alternative sostenibili al lavoro irregolare, contrastando il fenomeno dello sfruttamento in agricoltura di cittadini di paesi terzi. Tale obiettivo è perseguito attraverso l’attivazione di reti territoriali ibride, che facilitano la connessione e la riorganizzazione di conoscenze nel mondo dell’agricoltura e dei servizi alla persona (pubblici e non profit) per l’inclusione attiva dei beneficiari.

Al fine di favorire l’emersione del fenomeno il progetto attiva campagne di sensibilizzazione delle comunità locali e crea una rete di Sportelli in Agro Pontino e a Roma, per interventi di engagement e orientamento dei beneficiari. Tali Sportelli operano in rete con il TAI, un Team di Accompagnamento all’Inclusione, che a) facilita l’accesso ai servizi alla persona e del lavoro e b) coordina la progettazione, partecipata dalle imprese, di interventi integrati per il potenziamento delle competenze e l’inserimento in agricoltura per diversi target di beneficiari (età, genere, appartenenza culturale, risorse, motivazioni), utilizzando la specializzazione professionale come antidoto allo sfruttamento e alla stagionalizzazione.

L’attivazione di gruppi di studio di esperti e una ricerca-quali quantitativa partecipata sono volti a favorire l’interazione di diversi punti di vista sul fenomeno e degli strumenti per contrastarlo, con l’obiettivo di costruire Linee Guida utili alla progettazione per l’inclusione attiva in agricoltura sociale.